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Nasco nei campi di Bisentrate il 17 Luglio 1931. Ricordo il profumo
delle margherite, delle viole, del fieno. I papaveri rossi, il sapore
delle ortiche.
Amo le vacche, i campi sotto la rugiada, il vento, le nuvole, le notti.
Benito Mussolini mi ha aiutato a leggere e a scrivere, arti che professo
ancora mio malgrado, perché poche cose meritano d'essere lette
e ancora meno di essere scritte.
Come
tutte le creature dei campi cercano il sole, io allora Angiolino, ho
cercato l'Amore.
E
a 7 anni Dio mi ha chiamato.
Ma
solo a 10 anni per mano di San Francesco potrò iniziare, come
piccolo fratello, la mia avventura nella Chiesa di Gesù. Non
sarò un figlio quieto, ma la libertà da ogni cosa e l'amore
all'Uomo hanno dato pace al mio cuore e passione alla mia vita.
Nel 1961, al compimento del mio 30mo anno di età, dei quali ben
venti benedetti da una appassionata e straordinaria vita conventuale
francescana, il Signore mi ispirò che dimenticassi la vanità
e le strade contorte di ogni umano desiderio per eleggere come mio bene
supremo l'Uomo, miracolo di Dio Padre Creatore e sublime sacramento
dell'amore di Gesù. Amassi quest'Uomo, il suo mistero, il suo
fine, il suo bene minacciato dagli uomini, dalle loro violenze, dai
"non sense", dalla brama del benessere negazione di ogni vero
bene. Amassi soprattutto quest'Uomo solo, malato, senza volto, senza
voce.
Erano molti i desideri e i progetti di un prete: le missioni, gli studi,
i bimbi, i malati, la fame, le parrocchie e l'insegnamento. Ma in fondo
a tutto c'era questo Uomo solo, dimenticato e oltraggiato dalle istituzioni
civili e clericali, dai potenti e dai superbi, dai rapaci e dai falsi
profeti, quest'Uomo noto solo a Dio che "lo ha scelto prima della
creazione del Mondo (Ef.1.3) ". Ho deciso con molta sofferenza
di combattere questa battaglia disperata, nel silenzio, nelle sfide,
nelle testimonianze.
In questo cammino solitario e lacerato tra ciò che è Dio
e ciò che non lo è, sono stato confortato da tanti fratelli
operai silenziosi e testimoni dei miracoli dell'amore e con loro abbiamo
creato strumenti nuovi e concreti di fraternità.
"Ogni
Uomo che vola nel mondo è fiore e verme con i suoi profumi ed
i suoi oltraggi"
(P.Eligio)
Consideriamo
il volo di Padre Eligio.
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