Nel 1961, al compimento del mio 30mo anno di età, dei quali ben venti benedetti da una appassionata e straordinaria vita conventuale francescana, il Signore mi ispirò che dimenticassi la vanità e le strade contorte di ogni umano desiderio per eleggere come mio bene supremo l'Uomo, miracolo di Dio Padre Creatore e sublime sacramento dell'amore di Gesù.

Amassi quest'Uomo, il suo mistero, il suo fine, il suo bene minacciato dagli uomini, dalle loro violenze, dai "non sense", dalla brama del benessere negazione di ogni vero bene.

Amassi soprattutto quest'Uomo solo, malato, senza volto, senza voce.


Erano molti i desideri e i progetti di un prete: le missioni, gli studi, i bimbi, i malati, la fame, le parrocchie e l'insegnamento.
Ma in fondo a tutto c'era questo Uomo solo, dimenticato e oltraggiato dalle istituzioni civili e clericali, dai potenti e dai superbi, dai rapaci e dai falsi profeti, quest'Uomo noto solo a Dio che "lo ha scelto prima della creazione del Mondo (Ef.1.3)".

Ho deciso con molta sofferenza di combattere questa battaglia disperata, nel silenzio, nelle sfide, nelle testimonianze.